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Novecento

 

Scheda Artistica

di Alessandro Baricco con Ulderico Pesce

Il testo di Baricco è uno dei tascabili piu letti in Italia, da esso Giuseppe Tornatore ha tratto il film "La leggenda del pianista sull'oceano".  E' la storia di Novecento, "il piu grande pianista che abbia mai suonato sull'oceano".
Figlio di emigranti, è nato su una nave, il Virginian, che negli anni tra le due guerre faceva la spola tra Europa e America con il suo carico di miliardari e di gente qualunque.
Abbandonato in fasce sul pianoforte a coda della prima classe, viene allevato dai marinai della nave.
Gia a otto anni la musica diventa il suo mondo e in poco tempo impara a suonare "gli ottantotto tasti del pianoforte come un Dio".
In trentatre anni passa per tanti porti, ma non scende mai a terra.
La nave sara la sua vita e la sua tomba.

EDIPO RE

 

NUOVA PRODUZIONE

Scheda Artistica

EDIPO RE
da Sofocle a Pasolini

di Ulderico Pesce
con
Maria Letizia Gorga  Maximilian Nisi  Ulderico Pesce

consulenza artistica
Anatolij Vasil’ev

Musiche tradizionali dei popoli Arberesh stanziati in Basilicata e Calabria,
canti Grecanici del salento e della tradizione pastorale lucana

LA STORIA NARRATA

Giocasta e Laio generano un bambino nonostante l’oracolo di Delfi gli abbia detto: “Se avrete un figlio, ucciderà il padre e farà l’amore con la madre”. Impauriti prendono il nuovo nato, gli legano i piedini ad un bastone, come se fosse un capretto, e lo consegnano ad un pastore fedele che dovrà ucciderlo sulla montagna.

I piedini del bambino sono molto gonfi per via delle strette della corda ecco perché il pastore, per pietà, non lo uccide, e lo chiama Edipo, che in greco antico significa “piedi gonfi”.

Edipo gioca con gli antichi campanacci delle vacche che il pastore usa per la transumanza, cresce e diventa grande. Ad un incrocio, senza saperlo, ammazzerà suo padre, in seguito, si accoppierà con sua madre.

 

FEDERICO II TRA ORIENTE E OCCIDENTE

 

 

Scheda Artistica

di Ulderico Pesce

con Ulderico Pesce, Eva Immediato, Eleonora Santoro, Lara Chiellino, Roberta Langone, Marianna Ferraro, Mariagrazia Latronico e i musicisti Giovanni Catenacci, Giuseppe D'Amico, Stefano Lagatta, Gianmarco Leccese, Mario Telesca.

La “monnezza” assilla l’Italia e si fa un gran parlare di discariche, raccolta “differenziata”, e traffici illeciti di rifiuti. Dopo aver dedicato uno spettacolo a questo problema: “Asso di monnezza”, mi sono chiesto se esistessero discariche nell’antichità dove, personaggi storici importanti, avessero potuto “gettare” i loro rifiuti. La ricerca mi ha portato in Basilicata, nel Castello di Lagopesole, fatto erigere da Federico II, dove alcuni archeologi dell’Università di Napoli hanno portato alla luce i rifiuti della discarica che hanno permesso di ricostruire le abitudini alimentari della corte Normanna, Sveva e Angioina.
I dati emersi sono molto interessanti. Dagli avanzi di cibo della Corte Sveva di Federico II si evince che non si cibavano di sola carne di cervo, pollo e cinghiale, com’era nella tradizione medievale occidentale, ma anche di anguille, alici, ostriche e altri vari pesci, prevalentemente cucinati nella tradizione islamica. Sono stati trovati inoltre resti di salsiere e vetri arabi.
Nel 1229 l’imperatore svevo parte per la crociata in “terra santa” grazie alla quale, al ritorno, porta in Italia, oltre ad alcuni importanti esponenti della cultura islamica quali matematici, astronomi, poeti e musicisti, anche una nuova abitudine alimentare.
La sintesi è che nell’area lucana in cui domina il Vulture, area dove Federico II fece erigere oltre al castello di Lagopesole, residenza di caccia, anche quello di Melfi, si è realizzata “in cucina”, oltre che a corte, un esperimento di interculturalità che oggi in Italia stenta a decollare.
Il protagonista dello spettacolo è Berardo, il cuoco di Federico che, parla con i suoi servi e racconta, attraverso le pietanze che prepara, provenienti anche dall’Orientale, i nuovi incroci culturali.
Il lavoro è ambientato a Melfi, la notte del 21 marzo del 1231 quando Federico II emana le Costituzioni di Melfi, il più “alto atto giuridico del Medioevo” in cui si aprono prospettive moderne.
Per la prima volta tutto il Regno delle Sicilie ebbe una sola legislazione grazie alla quale si anticipava la creazione dello “stato moderno”; per la prima volta veniva scritto in una legge che le varie etnie e le varie religioni sono di pari dignità; per la prima volta si punisce il reato contro l’ambiente con la morte e ancora, per la prima volta, viene punita la violenza sulla donna, anche se prostituta. Nello spettacolo saranno eseguite dal vivo musiche e canti tradizionali che attestano la presenza, in quest’area della Basilicata, di varie etnie, varie culture e varie religioni: ebraica, arberesche, araba, greco-ortodossa, cattolica, che hanno saputo vivere nel rispetto reciproco.

 

La sposa di Scanderberg: la diaspora arbereshe

Scheda Artistica

di Ulderico Pesce
con Lara Chiellino, Marianna Ferraro, Roberta Langone, Eleonora Santoro.

“La sposa di Scanderberg” è un testo che mira a rispondere a queste domande: “Come mai in Italia esistono cinquantadue paesi fondati dagli Albanesi a partire dal 1400, come San Costantino Albanese, San Paolo Albanese, Maschito, Barile in Basilicata, o piana degli Albanesi in Sicilia o Frascineto in Calabria?  - Come mai gli Albanesi sono arrivati in Italia? Come sono stati accolti dagli italiani?”
Attraverso il ricordo e la narrazione di Andronica, la giovane sposa di  Giorgio Castriota Scanderberg, si mira a rappresentare le gesta eroiche del grande condottiero che per circa venticinque anni respinse i violenti attacchi che i Turchi portarono all’Albania con l’intento di aprirsi un varco per conquistare Venezia, l’Italia e l’Europa imponendo così la religione musulmana.
Senz’altro lo scontro etnico religioso narrato, insieme alle Crociate cattoliche contro i musulmani, è il più importante della storia, mai così violenta è stata la guerra tra cristiani e musulmani. La ricerca storica e la messa in scena diventano così un momento fondamentale per la comprensione di quelle che oggi rappresentano le piaghe del nostro pianeta: la guerra tra religioni e la guerra tra etnie.
La piece teatrale inoltre, nell’ambito della ricerca dell’identità storica del territorio lucano, va alla ricerca della storia delle popolazioni albanesi che a partire dal 1400 lasciarono l’Albania per stanziarsi in Basilicata e in altre aree del Sud dell’Italia.
Nello stesso tempo verranno narrate le varie ondate migratorie degli Albanesi in Italia, il loro arrivo, la creazione dei borghi in cui vivere, il rapporto con le popolazioni che già vivevano nell’area, gli usi e le tradizioni culturali che portarono, il rito greco bizantino e l’intreccio culturale che è nato con le culture preesistenti.
Nel testo teatrale si scorge preponderante un altro argomento di attualità e cioè l’integrazione culturale dei due popoli, quello Albanese e quello Italiano, che a partire dal 1400 hanno dato vita ad una convivenza pacifica realizzata in varie parti d’Italia compresa la Basilicata. Questa convivenza è stata realizzata nell’assoluto rispetto della diversità, in scena, a rappresentare l’incontro e la fusione delle culture, è la musica, le note della cifteli, strumento tipico albanese, si sono fuse con quelle delle zampogne e delle surduline lucane. In musica si è realizzato ciò che ancora nella vita civile non si riesce a realizzare.
Vista l’importanza della musica la rappresentazione è arricchita da brani della tradizione musicale arbereshe eseguite dal vivo.

Sedi e Social

SEDE LEGALE

Corso Garibaldi, 103
85040 Rivello (PZ)

SEDE OPERATIVA

Centro Banxhurna
85030 San Paolo Albanese (PZ)

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Contatti

Direzione Artistica
Ulderico Pesce: +39.331.42.16.529
 
Direzione Organizzativa e Amministrativa
Nicoletta Pangaro: +39.345.35.58.969
 
Comunicazione
Nicola Ferrari: +39.320.94.35.130

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